Il WAP, il protocollo per l’internet sui telefonini, è al centro di una
piccola diatriba. Il solito Nielsen stavolta l’ha fatta grossa. Con una
ricerca condotta assieme a Marc Ramsay per il suo Norman-Nielsen
Group tenta di mettere una lapide sul protocollo, dimostrando che
gli utenti non lo gradiscono e che l’usabilità è a zero.
La ricerca è un plico di 90 pagine scaricabili
via internet sul sito NNgroup dietro il pagamento della modica cifra di
18$. Nell’alertbox del suo sito personale Nielsen offre una sintesi
della ricerca, che riassumiamo per sommi capi:
20 utenti londinesi sono stati forniti di telefonino WAP, la metà Ericsson
e la metà Nokia (la cosa non è irrilevante, come vedremo in seguito…).
Per una settimana hanno potuto utilizzarlo gratuitamente, usufruendo così
dei servizi WAP, che normalmente sono a pagamento con una tariffa basata
sul tempo di connessione. Al termine della settimana, il 72% dei soggetti
dichiarava di non voler aver più nulla a che fare con il WAP, che risultava
difficile da usare e frustrante. Nielsen in particolare conclude che:
- Le applicazioni e i servizi WAP sono troppo lenti: uno o due minuti
sono troppi per una risposta; un tempo accettabile dev’essere entro
i 30 secondi. - La navigazione utilizza termini incomprensibili
- Manca del tutto un’analisi dei compiti (task-analysis), cioè lo studio
dei procedimenti che gli utenti farebbero per svolgere un compito. Ad
esempio, i programmi televisivi sono divisi per rete televisiva e non
per orario: così se un utente vuole cercare i programmi delle 8 deve
fare l’identica ricerca tante volte quante sono le reti televisive,
con grande dispendio di tempo e di denaro.
I servizi WAP non dovrebbero essere trasposizioni sul telefonino degli
stessi servizi per il Web. Andrebbero abolite la grafica, le schermate
di presentazione e andrebbero riprogettati contenuti e servizi per adattarli
ai piccolissimi display dei telefonini.
Conclusione: inutile sviluppare per il WAP, meglio dedicarsi direttamente
ai telefonini di terza generazione.
A riprova della poca qualità del WAP, Nielsen cita il protocollo alternativo
i-mode, utilizzato in Giappone, dove vanta 10 milioni di utenti,
che funzionerebbe meglio.
Ciò che Nielsen non dice è che in Giappone vi sono anche circa 5 milioni
di utenti WAP, che ne utilizzano ogni giorno i servizi con soddisfazione.
Altra cosa che Nielsen non prende in considerazione è l’uso del WAP in
Giappone, America e Corea, dove viene regolarmente utilizzato da moltissimi
utenti. Com’è possibile che solo in Europa il WAP stenti ad affermarsi?
E come la mettiamo veramente con l’usabilità?
Cerchiamo di sciogliere alcuni dei nodi di questa faccenda, con l’aiuto
di una vera autorità in materia, Luca Passani di Openwave,
società che riunisce Phone.com e Software.com. Perché lui? Perché
Luca ha scritto già un
articolo su Punto-informatico contestando la ricerca di Nielsen, e
perché la Phone.com ha una certa importanza nell’argomento. Luca Passani
è inoltre l’autore del capitolo sull’usabilità WAP del libro
"Professional WAP" di Wrox Press, presto tradotto anche
in Italiano.
L’intervista:
Partiamo dall’inizio: cos’era Phone.com?
«Phone.com, oggi chiamata Openwave dopo la fusione con Software.com,
e’ un’azienda americana creata per sviluppare il concetto di internet
sul telefonino gia’ nel 1994. Per questo motivo la mia azienda ha maturato
un’esperienza nel campo del wireless che gli altri possono solo invidiarci.
Phone.com per anni ha sviluppato in Nord America, Giappone e Corea servizi
wireless basati sul gateway UP.Link e su UP.Browser, il mini browser incluso
dalla maggiornaza di produttori di telefonini intorno al mondo. Nel 1998
Phone.com ha creato insieme a Nokia, Ericsson e Motorola il WAP forum,
a cui hanno aderito successivamente tutti gli attori della telefonia mondiale.
Il WAP Forum è un consorzio, una specie di W3C della telefonia mobile.
Lo scopo del WAP Forum e’ quello di partire dalla tecnologia di Phone.com
con lo scopo di farne uno standard planetario.
Uno standard planetario-proprietario?
Proprio rendendosi conto dell’importanza della diffusione degli standard,
Phone.com ha rinunciato a proseguire nello sviluppo di HDML (una specie
di versione dell’HTML per i telefonini, ideato proprio dalla Phone.com,
ndr.), in favore del WML. Ora WML è il linguaggio standard delle applicazioni
WAP, aperto a tutti. In questo modo Phone.com ha creato le premesse per
la proliferazione a livello mondiale dei servizi wireless, evitando che
una miriade di tecnologie proprietarie ne limitasse la diffusione.
Veniamo alla ricerca: Nielsen ha ragione oppure no?
Nielsen non tiene conto di molti fattori. Intanto c’è la convinzione
diffusa erroneamente dalla stampa che l’Europa sia all’avanguardia nel
WAP. Non è così: il WAP può vantare applicazioni migliori in altre parti
del mondo, ivi compreso il Giappone, dove pure predomina uno standard
diverso, l’i-mode, che Nielsen porta ad esempio. Ma anche NTT DoCoMo,
il maggiore ente telefonico giapponese, creatore di i-mode, è oggi parte
del WAP Forum, in quanto interessata al potenziale derivante dalla standardizazione.
Quindi una ricerca in Europa non è proprio la maniera migliore per valutare
il WAP. Qui le linee guida per lo sviluppo per il WAP non sono tanto seguite.
C’è troppo la tendenza a trasferire semplicemente le applicazioni dal
Web al WAP. Invece bisogna riprogettarle. In altre parti del mondo questo
avviene e il WAP funziona benissimo.
Va sottolineato che in Europa ci sono pure dei problemi di interoperabilitá
dovuti a telefonini e gateway (sorta di porte d’accesso ai servizi WAP
forniti dal gestore cui ci si abbona) provenienti da produttori diversi.
Si potrebbe vedere una analogia con la guerra dei browser Netscape e Explorer,
ma in realtà le differenze nel caso di WAP sono piu’ profonde. In Inghilterra,
Nielsen ha usato dispositivi Nokia 7110/e con gestore Orange ed Ericsonn
R320s con gestore BT Cellnet (che si appoggia a Phone.com). I rispettivi
gateway erano dunque diversi. La presenza di queste differenze fra i gestori
non è certo un vantaggio per la standardizzazione del servizio. Se ci
uniamo una scarsa cultura dell’usabilità fra gli sviluppatori, come abbiamo
visto, otteniamo una spiegazione abbastanza convincente del perché WAP
fatichi a decollare in Europa.
Ma è vero che le connessioni WAP sono troppo lente?
E’ vero soprattutto perché si appoggiano alla rete GSM. Il GSM impiega
tra i 10 e i 30 secondi per creare una connessione, ma poi la telefonata
è ininterrotta. Questo sistema non si adatta bene al WAP, dove sarebbe
preferibile avere pochi dati alla volta ma senza dover aspettare 20 secondi
ogni volta che si clicca e si richiede una connessione. Poiché il pagamento
del WAP è a tempo, questo porta a costi alti per gli utenti, che sfruttano
pochi secondi per la trasmissione effettiva dei dati, e molti per il tempo
di attesa. E’ però imminente una sorta di upgrade del GSM, che si chiamerà
GPRS. Questa nuova tecnologia risolvera’ questo problema perche’ permetterà
ai telefonini di comunicare con la centrale tramite pacchettini di informazione
senza la necessità di creare un circuito. Questo migliorera’ di parecchio
i tempi di latenza per l’utente finale.
A quando l’avvento del GPRS?
I test sono quasi terminati, si può prevedere un lancio entro l’estate
2001. Poi bisognerà mettere anche in conto l’aggiornamento dei telefonini,
che avverrà gradualmente. E’ un po’ come per il passaggio dal TACS al
GSM: è avvenuto, ma la rete TACS continua ad esistere e alcuni utenti
la utilizzano ancora. Gli utenti WAP con telefoni GPRS noteranno però
un netto miglioramento.
E il tanto sbandierato UMTS, ovvero i cosiddetti telefonini di terza
generazione? A sentir Nielsen dovremmo rinunciare al WAP per passare direttamente
alla generazione successiva…
La domanda e’ buona perche’ rivela molti dei miti che i giornali e la
gente si passano ‘di bocca in bocca’, ma che sono prive di ogni consistenza
e fondamento. UMTS riguarda la ‘larghezza di banda’, mentre WAP e’ un
protocollo per i servizi remoti. Il che vuol dire che UMTS andra’ a migliorare
WAP, non a sostituirlo. La domanda equivale a: “perche’ continuare a sviluppare
pagine HTML quando la larghezza di banda aumentera’ di molto?”. Una domanda
del genere farebbe ridere tutti al giorno d’oggi. Il prossimo anno sara’
questa domanda a sembrare strana. Quando arriverà UMTS i servizi wireless
basati su WAP funzioneranno anche meglio, con buona pace di Jakob Nielsen.
Per quando è prevista l’operatività della rete UMTS?
Qui i tempi sono più lunghi e non del tutto prevedibili. Rispetto a GPRS,
per esempio, che è soprattutto un aggiornamento software, UMTS prevede
un aggiornamento anche dell’infrastruttura tecnologica che ne sta alla
base. UMTS non è proprio dietro l’angolo per l’utente finale.
Per concludere, come vede il futuro delle applicazioni wireless?
Vedo un futuro dove entrando in aereoporto ci viene fatto automaticamente
il check-in. Oppure arrivate in una citta nuova, scrivete l’indirizzo
e il telefono vi dice “tra 100 metri svolta a destra!” guidandovi passo-passo
fino alla destinazione…»
Andiamo dunque verso le applicazioni trasparenti della tecnologia, insomma,
quelle wearable (vestibili), che qualcuno pronostica saranno il vero punto
di arrivo di tutta questa rivoluzione. Ma come ne escono Nielsen e il
WAP da tutta questa chiacchierata?
Non benissimo, il primo. E’ vero che le applicazioni WAP in Europa sono
poco usabili. Ma non è vero che la soluzione sia quella di abbandonarle
per investire sulla prossima generazione, semplicemente perché la prossima
generazione… sarà ancora il WAP!
Il guaio di questa ricerca è che non tiene conto della realtà, non
studia l’usabilità in paesi nei quali il WAP è molto più sviluppato e
funziona, finendo per dare di questa tecnologia una visione molto parziale.
Porta ad esempio una tecnologia (l’i-mode) che trae i suoi vantaggi dall’essere
proprietaria e quindi confinata al Giappone.
I veri sconfitti di tutta questa storia sono però ancora una volta
gli sviluppatori che non fanno tesoro delle linee guida sull’usabilità
WAP già definite da Passani nel libro citato. Una volta che queste
saranno entrate con decisione nel processo di sviluppo – e non occorre
dire che questo cambiamento di rotta nel processo di progettazione va
effettuato quanto prima – e una volta superati i problemi di interoperabilità,
con la messa a punto di standard rispettati da tutti i gestori, allora
il WAP potrà svilupparsi efficacemente anche qui da noi, a differenza
di quanto pronosticato, forse troppo superficialmente, dal guru dell’usabilità.