È capitato a tutti di inviare una mail per sbaglio. O della quale ci siamo subito dopo pentiti. La tastiera, soprattutto quando vi passiamo troppe ore al giorno, fa entrare a volte in uno strano stato di sovreccitazione. Poco tempo dopo non avremmo mai voluto mandare quella mail, ma il CTRL+Z non serve più.
Be’, ora Gmail, nella versione inglese, introduce una specie di tutore, un algoritmo che prova ad impedirvi di inviare mail delle quali potreste pentirvi. Come? Proponendovi dei calcoli matematici da risolvere prima di inviare la mail. Questo controllo, che si chiama Mail Goggles, se abilitato, è attivo di notte e nei week-end, ma il suo uso può essere esteso e regolato.
Ma questa è usabilità o qualcosa che sta tra l’agente intelligente e il paternalismo tecnologico? È giusto che un programma dubiti delle nostre capacità di giudizio? Secondo la prima legge della robotica di Asimov, forse sì. Un robot (ma estendiamolo pure ad un programma…) non può permettere che un utente riceva danno da un suo mancato intervento. E se le conseguenze di un invio affrettato ci possono danneggiare, allora è giusto che entri in azione…
Etica o fantascienza? O magari solo marketing (è una notizia che si scrive da sé, diciamo…)? In attesa di rifletterci meglio, si potrebbero almeno utilizzare i risultati dei calcoli presentati per un assessment delle capacità matematiche degli internauti in situazioni di stress lavorativo. E magari usarli come benchmark per ritarare i programmi scolastici. In fondo, se siamo arrivati a questo, perché mai porsi limiti?…