Si terrà a Torino il 13 novembre 2014 uno degli eventi italiani per il World Usability Day (un altro si svolgerà a Roma). Organizzato per la prima volta dalla sezione piemontese della Società Italiana di Ergonomia (SIE), l’evento è uno dei molti che in tutto il mondo mirano a diffondere attenzione e consapevolezza nei confronti delle tematiche collegate all’usabilità.
Abbiamo chiesto ad Antonella Frisiello dell’Istituto Superiore Mario Boella e Silvia Gilotta, rispettivamente presidente e segretario della sezione SIE piemontese, di parlarci dell’iniziativa.
E’ la prima volta che SIE organizza un WUD. Quale sarà il taglio che darete all’iniziativa, visto che SIE non si occupa solo di digitale?
Il WUD di Torino sarà una giornata piuttosto ricca che abbiamo organizzato in due principali momenti: al mattino alcuni “ispirational talk” di aziende e ricercatori presenteranno progetti e studi volti a mettere in luce alcune delle sfaccettature – economiche, sociali, di mercato – che l’engagement può assumere. Nel pomeriggio si entrerà nel merito dei metodi, delle tecniche e degli strumenti per il design e la valutazione di esperienze engaging.
Si svolgeranno inoltre 2 workshop. Uno sulla Gamification, tema recentemente molto in auge e uno sui Non Technical Skill, particolarmente caro agli Ergonomi.
Ad aiutarci in questo percorso avremo due importanti riferimenti: Giuseppe Riva dell’Università Cattolica di Milano, che inquadrerà il tema della giornata, e Roberto Montanari, co-founder di ReLab, che ci aiuterà a tirare le fila con dei take-home message su cui continuare poi a lavorare.
I diversi modi di intendere l’engagement
Il tema sarà l’engagement. Cosa si intende per engagement ed esiste già un corpus di ricerche e di lavori che gettano le basi per questo tipo di attività sulla progettazione prodotti?
L’argomento è complesso e sfidante, già solo per individuare una soddisfacente traduzione italiana… infatti alla fine abbiamo desistito e mantenuto il termine inglese!
Nella letteratura di riferimento, la definizione di engagement passa anche attraverso il concetto di usabilità, per ampliarlo. L’engagement è un costrutto che inizialmente è stato definito in relazione alla persona, come uno stato della mente (Laurel, 1993) o una risposta emotiva (Jacques, 1996) legata alla fruizione di un artefatto tecnologico. Con il tempo l’accento si è spostato dal soggetto al mezzo di interazione – il prodotto, l’applicazione, l’interfaccia – che si dimostrano engaging se in grado di attirare la nostra attenzione e stimolarne l’uso (Sutcliffe, 2010). Evidentemente si tratta di un costrutto dinamico, che esprime una proprietà dell’interazione tra una persona e un “sistema”, e si connota positivamente nella misura in cui si collega con un’esperienza gratificante e positiva (Attfield, 2011), e noi aggiungiamo auspicabilmente duratura.
L’engagement sembra quindi una dimensione cruciale per il successo di un prodotto o di un servizio. Cruciale almeno quanto la facilità d’uso, ma – almeno per il momento – meno definito, meno maturo.
Si sente molto parlare di gamification, e la vediamo già usare nei campi più disparati, anche se soprattutto per migliorare il conversion-rate e la loyalty in servizi commerciali. C’è una differenza fra engagement e gamification?
La gamification è uno dei modi possibili per creare engagement. A tutta prima, la combinazione di questi due concetti richiama un coinvolgimento basato sul divertimento, la sfida, il gioco. In realtà, l’engagement è da intendersi come impegno, legame motivato e motivante, che ad esempio si può declinare in innovazione organizzativa: sono sempre di più le aziende dove si ricercano e si applicano nuovi modelli di natura partecipativa, che implicano anche soluzioni di gamification. Un esempio è il Visual Studio Achievements Program di Microsoft, in cui i meccanismi ludici e premianti sono stati applicati allo sviluppo del software.
Engagement e politiche pubbliche
E’ possibile l’engagement per servizi e politiche pubbliche, on- o off- line, secondo voi?
C’è molto fermento intorno al tema. Sono già diversi gli esperimenti in cui si prova a stimolare e promuovere la partecipazione alla vita pubblica *e al miglioramento dei servizi attraverso l’engagement mediato dalle nuove tecnologie. Oggi si parla *social innovation per riferirsi a queste prospettive che sfruttano la facilità con cui oggi si possono condividere informazioni, aggiornarle, commentarle, generare nuovi contenuti. Ci sono alcuni esempi di governi e amministrazioni che sperimentano nuovi canali per comunicare con i cittadini e promuoverne la partecipazione, ma sono casi isolati.
Chi può partecipare e come al vostro WUD?
Il WUD Torino 2014 è organizzato dalla sezione piemontese della Società Italiana di Ergonomia, con l’ambizione di creare un’occasione nazionale di incontro e scambio fra gli operatori che, in qualunque settore, si occupano di usabilità / user experience nel nostro paese. Naturalmente si rivolge a tutti gli ergonomi che si sentano interessati all’argomento, ma l’obiettivo è allargare l’audience a designers, storytellers, grafici, professionisti del web, del mobile, dell’educazione e della comunicazione che vogliano implementare nella loro professione i principi ed i metodi sottesi all’user centred design.
In bocca al lupo per l’iniziativa.
Certo che non tutti quelli sponsor, potevano spenderli 20 euro per comprarsi un dominio tutto loro 🙂
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Alla faccia dell’usabilità <3