Quanto costano i test di usabilità? La risposta di Jared Spool

Jared Spool, in una recente intervista su Uitrends, spiega chiaramente cosa siano e quanto costino (o debbano costare) i test di usabilità. La domanda è esplicita: I gruppi di design cercano modi rapidi ed economici per validare il design, mentre l’usabilità è percepita come molto costosa. E’ vero o no? E la risposta di Spool spicca per sintesi:

I test di usabilità, nella forma più elementare, non costano praticamente niente. E’ un processo semplice. Ti siedi vicino a qualcuno e lo guardi mentre prova il tuo design.
Ogni spesa aggiuntiva è per aggiungere rigore al processo. Il rigore non deve per forza essere costoso, ma può esserlo
”.

Quindi il problema è cosa si vuole da un test, non quanto costa. Ci sono casi in cui il valore di un test, più che dal report finale, deriva dall’esperienza di osservare gli utenti comportarsi in maniera diversa da come ci si attendeva. In quei casi il test costa solo il tempo di farlo (e magari la competenza di qualcuno abituato a farlo, se non altro per evitare, come ho visto fare, di influenzare pesantemente i partecipanti e falsarne la prestazione, cosa più comune di quanto si pensi).

Ci sono casi in cui il report è l’unico modo per dimostrare le proprie scelte, per misurarle e per documentarle. Per prendere, cioè, delle decisioni di design corrette. Altri in cui solo il designer che osserva direttamente l’utente, sblocca il design nella direzione giusta, perché si vedono in azione meccanismi cognitivi, modelli mentali dell’utente che il designer non sospettava nemmeno esistessero. Si tratta insomma di diversi approcci al test di usabilità. Un po’ la distinzione fra test sommativo e formativo (ci torneremo):

  1. il test sommativo, fatto di solito con un numero alto di utenti e un processo rigoroso di controllo delle variabili, prevede che i dati siano analizzati in maniera statisticamente rigorosa;
  2. il test formativo invece è centrato sul processo di scoperta di problemi e soluzioni da parte dei designer, facilitato dall’uso di una o due manciate di utenti con osservazioni e dati qualitativi.

La scelta dello strumento (o della variante) da preferire, e dunque della cifra da impegnare, dipende dal perché si fa il test: ci sono ottime ragioni, e ottimi casi, per entrambi gli scenari (avevo riassunto a grandi linee le varianti più comuni in questa tabella).

E comunque, alla fine, dice Spool, se l’aspetto più importante è la spesa, è bene ricordarsi che la cosa in assoluto più economica di tutte è… fare un prodotto sbagliato: questo è veramente rapido ed economico. Brutale, forse, ma con un fondo di verità.

Spool è il fondatore di UIE e autore di diversi libri sull’usabilità e il web design.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *