Verso un “baratro” nelle vendite di computer?

Un’interessante analisi di Tim Bajarin suggerisce che l’introduzione dell’iPad Mini (di cui abbiamo parlato recentemente) possa preludere ad un cambio nell’uso generale della tecnologia da parte degli utenti, a tutto danno dei computer tradizionali.

Dopo qualche giorno di utilizzo del suo iPad Mini, Bajarin nota che, per la sua portabilità, si trova ad usarlo per la maggior parte dei compiti di consumo dei media che svolgeva con l’iPad originale. In precedenza, usava iPad con tastiera esterna per l’80% dei compiti svolti sul PC, e solo per il 20% dei compiti che richiedono maggiore potenza o controllo si rivolgeva al laptop. Ora, di fatto, l’uso del PC è ancora inferiore. Se un tablet di 10 pollici con tastiera esterna può sostituire quasi interamente un PC, ci potrebbe essere un aumento delle richieste di questo tipo di strumenti (la tastiera staccabile è un requisito indispensabile). Gli utenti potrebbero scoprire che il vecchio PC è sufficiente per la minoranza dei compiti che vi svolgono, e non aggiornarlo. O, qualora si trovassero obbligati a cambiarlo, farlo scegliendo il modello più economico possibile, perché, semplicemente, un PC vecchio stile è sovradimensionato per la maggior parte dei compiti, se questi possono per lo più essere svolti da un tablet. Soprattutto se per il consumo di contenuti è sufficiente un dispositivo da 7 pollici, e se il tablet maggiore, con esso compatibile, dovesse progressivamente aumentare potenza, com‘è nella natura dell’evoluzione tecnologica.

Benché rimanga nell’ambito delle speculazioni, l’analisi di Bajarin è interessante, dato che sono in molti a pronosticare una rapida obsolescenza (non una sparizione definitiva) del vecchio PC. I cui produttori hanno però una grande occasione: innovare fortemente il prodotto, rendendolo più leggero e portabile, pur mantenendo una compatibilità con le applicazioni hardcore più usate in casa e nelle aziende. Il prodotto è vecchio nella sua concezione, e in effetti può essere il momento di ripensarlo radicalmente alla luce del mutato ecosistema tecnologico e mediale che gli ultimi 5 anni, soprattutto, hanno contribuito a creare. Windows Surface è un primo approccio, ma potrebbe essere penalizzato dalla mancanza di una vera retrocompatibilità con le applicazioni più importanti, che invece è presente nei modelli di altri produttori. Il tempo dirà se le osservazioni di Bajarin troveranno riscontro nel mercato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *